La pagina del parroco

parte l'avvento

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». Non è facile cogliere al volo ciò che Gesù dice nel Vangelo di questa settimana ma se provi a guardare in profondità gli atteggiamenti descritti fin quasi come se li avessi di fronte allora ti sentirai chiamato in causa fino ad arrivare a dire: “Davvero queste parole fanno per me!”. “Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate i capo, perché la vostra liberazione è vicina. Siate bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano…”. Non ti pare che quest’espressione oggi possa essere profetica, soprattutto a te che percorri le strade delle nostre città dove poche volte incontri chi davvero sa levare il capo? E non come chi lancia una sfida bensì come chi si apre a orizzonti di speranza. Prova a pensare a quali mondi si incontrano lungo le vie, quali ricchezze di interiorità, quali fatiche e povertà, quali storie, quali chiusure e paure e prova a immaginare se l’invito di Gesù arrivasse ad animare tutti questi cuori ‘camminanti’. Come di colpo ci sarebbe per tutti la possibilità di sentirsi innalzati, a testa alta, percependo di essere capaci di afferrare spazi e speranze che sembravano troppo lontani, troppo difficili. E’ interessante pensare che proprio nel momento in cui ricomincia un anno liturgico la Parola ci rimanda ai tempi finali, quasi come se arrivasse l’invito a chiedersi: ma dove stai andando? Verso dove punti i tuoi orizzonti? A questi uomini e donne del nostro tempo, troppo presi dagli eventi immediati, e per questo affaticati nel levare liberamente il capo, la domanda diventa soprattutto un imperativo: non continuare ad appesantire il cuore! Tutti gli inviti che Cristo ti fa con le parole del vangelo si riassumono nel desiderio chiaro di chi non vuole che non sia mai lasciata spegnere la fiaccola della speranza. La stessa speranza che quella donna che ho incontrato aveva perso quando mi diceva che si sentiva fallita perché arrivata al momento del matrimonio della figlia si era sentita rimproverare dalla stessa sul fatto che l’aveva spesso trascurata per inseguire i suoi impegni, il suo lavoro, i suoi hobby, promettendole sempre che un giorno avrebbe lasciato tutto. Ora quel giorno era arrivato, ma non come l’aveva previsto: la figlia se ne sarebbe andata, rinfacciandogli il suo non-essere stata madre. Ecco perché l’invito di Gesù si fa pressante: non bisogna perdere tempo e mentre stai pensando al tuo orizzonte il futuro è già arrivato ed è li che aspetta la tua decisione di persona che vuole vivere sentendosi libera di amare.

per pregare e meditare...

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