TERZA DOMENICA DI QUARESIMA
Alcuni commentatori del vangelo dicono che il fico di cui si parla oggi, per S. Luca, è il simbolo di ogni uomo e che per ognuno c’è una speranza che lo attende, lì, sulla soglia, nel momento in cui è disposto a dire ‘si’. E’ la speranza che si rinnova, ma per la quale non bisogna perdere tempo. Ci sono alcune possibilità che ti vengono offerte e che non puoi lasciar perdere, soprattutto quando si tratta di cambiar vita. E’ duro sentirsi dire: “ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo…”, però ti fa rendere conto che la cosa è urgente! Si tratta di non rimandare, di non aspettare oltre. Sembra di rivedere tragicamente la storia di quel giovane incontrato anni fa che, consapevole di portare avanti una vita un po’ discontinua nelle scelte decise di darsi da fare, aiutato anche dal fatto che tanti amici suoi bazzicavano in ambienti ecclesiali e lui notava in loro una certa impronta. Ecco allora tutto un cammino di ricerca, molto entusiasmo, mille progetti, altrettanti propositi… ma purtroppo mai un gesto vero di conversione , di cambiamento…, purtroppo mai il coraggio di cambiare nell’immediato. Prima la scelta del servizio civile, finita però con rabbia, poi altro slancio ed ecco il desiderio di una vita consacrata, ma persa presto nel nulla, per non dover lasciare le sue cose ‘preziose’. La scelta quindi del matrimonio, portato avanti per un po’ con il grande ideale di casa aperta, ma finito con una fuga, nonostante il bimbo nato l’anno prima… Tutto per non lasciare quella parte di sé incapace di cogliere la bellezza di ogni giorno e la vita nuova continuamente ri-offerta. E ora? Gianni vive solo, son passati gli anni, si arrangia con qualche lavoretto, ma senza felicità. Il monito: “se non vi convertite…” non l’ha toccato più di tanto nonostante continui a professarsi credente, anche se sappiamo che la speranza è sempre lì che lo attende, proprio come di fronte al fico sterile a cui viene data un’altra possibilità di rinascita. Solo che senza di lui la speranza non può fare nulla, non è una realtà che si impone, ma che ha bisogno della sua volontà. Certo che è fatica, che alcuni momenti si possono rivelare davvero strazianti, che c’è bisogno della comprensione e che va bandito ogni tentativo di giudizio, ma è così che si sperimenta sulla propria pelle il dono di Dio di una nuova primavera.