il tempo e il sacrificio

Il concetto di sacrificio cristiano, che segue quello di Gesù sulla croce è dato dalla comprensione del tempo: sacrificio è il tempo della preghiera e il tempo della condivisione. Gestire il proprio tempo è rinunciare ad alcune cose perché lo stesso tempo sia riqualificato e ritorni alla persona attraverso lo stesso dono che ha compiuto.

Nella preghiera c’è la gratuita di un tempo donato a Dio, che ti unisce con un’umanità che innalza lo sguardo, che è fedele al cammino della Chiesa, che ti permette di capire cosa faceva Gesù quando si metteva a pregare. E’ il tempo del silenzio, spesso il ‘sacrificio’ del silenzio, perché ogni parola sia ricondotta all’unica Parola. Nel silenzio ti passa davanti agli occhi l’intera umanità, che conosci e che non conosci, con i suoi desideri, le sue incoerenze, i suoi terrori e le sue speranze. E’ il tempo della preghiera che ti aiuta ad acquetare  il cuore, a pacificarlo, a indirizzarlo a ciò che maggiormente conta.

E poi il sacrificio è il tempo della condivisione, del tempo non trattenuto per te ma regalato, spezzato, donato, distribuito. E’ il sacrificio che porta in sé la capacità di leggere le fatiche della storia e osservare i volti di chi non ce la fa più. Che te ne fai di un tempo trattenuto solo per te? Che ritorno ne hai? Non lascia senza interrogativi la vita di molti che tengono tutto per sé e poi li vedi tristi e corrucciati, piegati a causa di quel tempo che ti ha reso egoista e centrato solo su di te.

Troppi volti insoddisfatti non percepiscono la bellezza di questo sacrificio liberante che ti fa camminare nel solco tracciato da Gesù e che ti rende felice.

Il sacrificio cristiano è la capacità di uscire da quel peccato diffuso che si chiama ‘non fare’: del tipo ‘non ho fatto male a nessuno … ‘non ho mica rubato …’ ‘ non ho disturbato …’  per poter arrivare a quell’essere persona fatta preghiera, aperta al dono di sé, capace di regalare pienezza di gioia, stupita di come sa trovare il tempo anziché trattenerlo solo per sé … Nel solco si quel: “ ogni volta che avete fatto questo ai più piccoli l’avete fatto a me … ? 

don Dario