La pagina del parroco

รจ quaresima

Ogni anno torna, implacabile e bellissima, obbligandoti a fare i conti con il tempo. Aiutandoti a fermarti perché tu ti possa accorgere che non l’hai mai capita del tutto e vivi nella speranza di poter sempre ricominciare e migliorare nel tuo cammino. La quaresima è così. Ti mette a nudo e ti fa fare i conti con il tuo cammino personale che si incrocia con il cammino di quaranta giorni e quaranta notti in cui puoi vivere di decantazione, di confronto, di tentazione e di combattimento. E tutto questo per rafforzare quel cammino di fede che ti porta al cuore dell’annuncio: la morte e la risurrezione di Gesù Cristo. La lettura del Vangelo della prima domenica di quaresima ci parlerà di deserto. Va vinta la tentazione di vederlo o sentirlo come un paesaggio – realtà distante da noi. E’ realmente il luogo interiore abitato da ciascuno, dove si scopre la nostra capacità di allontanamento dai rumori della superficie. Si tratta di accettarlo e per ognuno trovare il proprio, senza andare molto lontano.

Un problema però resta: anche se arriva la quaresima nulla sembra fermarsi, tanto più le preoccupazioni e i ritmi della vita. Si è stretti a tenaglia tra le tante cose e si vive di una grossa fatica, che si aggiunge a fatica fino a svuotarti. Ed ecco allora che la quaresima arriva per aiutarti a trovare una via d’uscita nel momento in cui, come Gesù, ti lasci condurre dallo Spirito e diventi segno di disponibilità per ciò che lo Spirito stesso compirà in te. Ti aiuterà innanzitutto a saper prendere le distanze dal male, ti darà forza per sostenere quella lotta che rimane sempre aperta e che ti rimanda al cuore del dramma che lo stesso Cristo ha vissuto  e di cui noi percepiamo il significato solo alla luce della sua Pasqua. Ti farà comprendere la tua debolezza e ti farà capire che la tua è fame della Parola di Dio, bene che ti fa assaporare e sperimentare come l’incontro con Dio nel proprio deserto interiore è benedizione.

Mi piace dunque pensare alla quaresima non solo come momento di privazione (che rimane assolutamente necessario, in particolare circa il digiuno) ma come giorni benedetti che proprio attraverso il coraggio nel dire no a tante cose più o meno superflue entrano nel tuo tempo per riempirlo della presenza dello Spirito vivificatore. Pensare dunque alla quaresima come periodo luminoso perché ti fa intravedere la luce della Pasqua e perché ti porta a condividere con chi è nel bisogno. Si parla e si riconosce ormai nel linguaggio comune quello che è il cammino della quaresima di fraternità,  spazio in cui si è chiamati a sentire il grido di dolore che si innalza da chi è privato di tutto. Soprattutto spazio per poter dare se stessi. Buon cammino …

don Dario 

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