Il tempo breve
Mi colpisce sempre la brevità del tempo di Avvento: solo quattro domeniche per prepararsi alla venuta di Gesù, il “Dio con noi”. In anni come questo, quando il calendario è più tirato, i giorni si riducono al minimo: solo ventitré dal 2 dicembre alla vigilia di Natale.
Come se non bastasse, il periodo prenatalizio è frenetico: bisogna comprare i regali, andare a trovare parenti e amici, organizzare festaggiamenti in famiglia, a scuola, con i colleghi di lavoro. Alla fine, chi rischia di restare in un angolo è proprio Gesù, il festeggiato…
A ben vedere, è successo così anche duemila anni fa in Palestina: tutti erano indaffarati a raggiungere il luogo di nascita per dichiararsi al censimento indetto dall’imperatore di Roma. Non solo a Gerusalemme, sfavillante di luce, ma anche nei villaggi più piccoli, come Betlemme, non si trovava una camera d’alloggio neanche a pagarla oro!
“Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi…, ma i suoi non l’hanno accolto”.
Penso che il tempo di Avvento sia così breve per insegnarci che non abbiamo tempo da perdere. San Paolo ci ricorda che “il tempo si è fatto breve” (1Cor 7,29). Era convinto che Gesù risorto sarebbe ritornato presto per giudicare l’umanità. Anche se sono passati secoli, noi sappiamo che il tempo che ci è dato, la nostra vita, è irreparabilmente breve rispetto alle nostre aspirazioni e ai nostri desideri. Ci stordiamo di tante cose per non pensare a ciò che è essenziale. La tentazione di appesantire il nostro cuore “in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita” (Lc 21,34) è sempre incombente. Se non accogliamo Gesù ogni giorno, nella quotidianità della nostra vita, non saremo mai pronti a riconoscerlo né a deciderci per il suo Vangelo.
Natale torna ogni anno per ricordarci che solo Dio è capace di novità. Solo lui spezza le nostre catene e, donandoci il suo figlio Gesù, vero Dio e vero uomo, ci salva dall’isolamento e dall’insignificanza. Questo tempo breve ci insegna a non presumere di noi stessi e a fargli spazio nella nostra vita. Ben vengano le luci e i colori del Natale, se ci aiutano a cogliere il dono unico e prezioso di cui Gesù è portatore e a non lasciarlo ai margini della nostra vita.
Auguro a tutti un cammino intenso, perché, come i pastori, sappiamo riconoscere in un bambino la salvezza che ci è data dall’alto.
Don Mauro
1° dicembre 2012