Tutti al mare
Sembra che fare le ferie in luglio o agosto, possibilmente al mare, sia un obbligo. In realtà, la moda delle ferie estive è abbastanza recente: nasce, nelle grandi città del Nord Italia, con il diffondersi delle fabbriche, che per esigenze produttive devono concentrare la sospensione dei cicli produttivi in un periodo contenuto, uguale per quasi tutti i dipendenti. Nella società contadina non esistevano le ferie: d’estate, con il bel tempo, si lavorava di più. Erano piuttosto i mesi invernali quelli in cui era possibile rallentare il ritmo del lavoro.
Le cose stanno cambiando, per diverse ragioni: in primo luogo, aumentano i pensionati e cresce la disoccupazione. In altre parole, ci sono tante persone con abbondanza di tempo a disposizione e poche risorse economiche. In secondo luogo, cambiano i ritmi del lavoro. Ciò significa che è più facile avere le ferie in periodi diversi o spalmarle lungo l’anno.
Ecco perché la parrocchia non chiude per ferie: da una parte, si sospendono il catechismo e le attività di alcuni gruppi; dall’altra, si assicurano cinque settimane di animazione per i bambini e i ragazzi con l’Estate ragazzi e i campi in montagna e al mare, non solo per rispondere a un bisogno delle famiglie, ma anche per condividere un’esperienza di crescita. Soprattutto, in Duomo e a San Francesco non cambia per tutto il periodo estivo l’orario delle Messe festive e feriali, perché il Signore ci aspetta in ogni giorno dell’anno.
Proviamo a considerare i mesi estivi come una risorsa in più, cioè come una possibilità che ci è data per vivere in maniera meno frenetica. Se ci mettiamo in questa prospettiva, non è così importante restare a Chieri o andare fuori. Forse, potremmo addirittura dare un senso diverso al divertimento. “Divertirsi” significa prendere una strada diversa dalla solita, che ci consente di affrontare la vita quotidiana in maniera più distesa: a volte basta leggere un buon libro, fare una passeggiata o trascorrere del tempo con le persone care. In questo spirito, non dimentichiamoci di chi non può permettersi questi svaghi, non solo e non tanto perché deve tirare la cinghia, ma soprattutto perché è malato o solo. Sarebbe un bel regalo, proprio nei giorni in cui tutti si sentono in dovere di divertirsi, ricordarci di chi fa più fatica e condividere con lui quel dono prezioso che è il tempo che Dio ci dà.
Don Mauro.