“Emmanuele” che significa Dio con noi
Carissimi amici chieresi, insieme a don Antonio ci apprestiamo a vivere il primo nostro Natale nella bella comunità del Duomo.
Che bello poter dire è Natale!
Che bello poter augurare a tutti voi buon Natale!
Natale è al centro della fede cristiana, il Signore che nasce, che viene nella nostra vita nella nostra storia, che assume la nostra condizione umana per salvarla, per redimerla.
Molti segni, però, fanno pensare che per troppi cristiani Natale si sia quasi ridotto a un semplice fatto di costume.
Il Natale rischia di ridursi ad una ricorrenza, un tempo di vacanza, un generico richiamo a valori universali quali la bontà, la pace, la famiglia.
Valori di cui indubbiamente abbiamo tutti estrema e continua necessità.
Però ci pare urgente che il Natale ritorni ad essere se stesso.
Natale è una festa precisa, ha un volto definito, rivela un Dio ben delineato e una salvezza ben caratterizzata e chiede di fare una scelta, è, fin dalle sue origini, segno di contraddizione accettata da alcuni e rifiutata da molti, Natale ci indica un cammino chiaro e preciso.
Ma come fare?
Come rimuovere le incrostazioni che inquinano il Natale?
Il primo passo da compiere è quello di una lettura seria dei racconti evangelici della nascita di Gesù, essi esprimono la fede concreta e robusta dei primi testimoni, questi racconti testimoniano il contenuto del Natale, la memoria cui costantemente attingere e riferirci.
Sono i primi capitoli dei vangeli che, con accenti diversi, raccontano e riflettono su questo evento di salvezza, su Dio che si fa carne.
Saremo stupiti, perché in essi non troveremo niente d’incantato, di dolciastro, di mitico o idealizzato, troveremo la semplicità e l’umiltà di un evento assolutamente umano, persino faticoso e contrastato: ”Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.”(Luca 2, 6-7).
Tutto qui, la bellezza dell’ordinarietà, la ricchezza della povertà, il Dio umile che ci viene incontro.
Dio è con noi.
L’amore è venuto a condividere, ad assumere la nostra vita, le nostre storie, le nostre fragilità, i nostri smarrimenti, persino le nostre tenebre e la nostra morte, tutto ora è abitato dalla sua presenza.
Non siamo da soli, non siamo più abbandonati ad un triste destino.
E’ nato per noi il Salvatore.
Ci è stato donato un modello cui ispirarci, un volto in cui rispecchiarci.
Gesù Cristo è la pienezza della rivelazione di Dio.
In Cristo ha preso carne, si è reso visibile, per tutti, la verità di Dio e anche la verità dell’uomo.
Non possiamo fare a meno di Lui.
Lui è con noi, non dovremmo mai smettere di guardarlo, di conoscerlo, di seguirlo, di assomigliargli.
La pratica concreta della sua umanità è la strada da seguire per plasmare la nostra umanità.
Non abbiamo dubbi, Dio è proprio con noi, per noi.
Questo, innanzitutto questo è Natale.
Un caro augurio
Don Marco e don Antonio