Il parroco
S. NATALE 2016
“ Dio ha deciso di spiazzare tutti, manifestando la sua gloria nei segni della non forza, del non potere, della non violenza”: queste parole di Mons. Tonino Bello condensano il mistero del natale. Mistero che davvero spiazza tutte le nostre convinzioni. Come può Dio abbassarsi a tanto, farsi bambino, essere come noi? Non fa parte della nostra logica; noi che vogliamo contare, essere grandi; noi malati di superbia.
Quanta fatica facciamo ad accettare un Dio che si fa bambino! Siamo davvero spiazzati! Sarà per questo che abbiamo ovattato il natale con la poesia, con un contorno da fiaba, con l’intimità della casa, della famiglia riunita a fare festa, dei regali.
Cose belle, ma che rischiano di mettere in ombra il mistero di Dio che diventa Emmanuele, Dio con noi!
Se meditassimo questo mistero resteremmo senza parole e col cuore pieno di gioia. C’è da stare a bocca aperta di fronte a Dio, il creatore dell’universo che ha distanze di miliardi di anni luce! Il Creatore che viene a noi qui, su questo puntino che è la terra, in punta di piedi, scegliendo la strada più comune ad ogni essere vivente che, chiamato alla vita, viene concepito nel grembo di una mamma.
Dio non ha paura di perdere la sua grandezza percorrendo questa strada, abbassandosi, diventando impotente come ogni bambino che nasce.
E’ il mistero dell'amore, della discrezione e della delicatezza di Dio che arriva a noi quasi nel nascondimento per non schiacciarci con la sua grandezza infinita.
Il silenzio della notte esprime bene questa scelta di Dio, ma anche il nostro essere di fronte a lui.
Dio si fa uomo: è una verità troppo grande e bella che dobbiamo contemplare. Dio è venuto e continua a venire in questo mondo, così com’è: segnato dalla tragedia del terremoto che ha distrutto interi paesi, lasciando senza casa migliaia di persone; segnato dalla guerra che distrugge intere città, altro terremoto voluto dall’uomo; segnato da ingiustizie atroci nei confronti di bambini, e di bambine, dei troppi poveri calpestati dallo strapotere dei ricchi e costretti a scappare dai loro paesi.
Dio viene come bambino, nasce da una donna. E come ogni bambino ha bisogno di tutto per vivere.
Un bambino è gioia per i genitori, dopo mesi e forse anni di attesa; un bambino dà speranza e aiuta a scoprire il bambino che c’è in noi. Un bambino cambia il cuore dei nonni; un bambino non fa paura, ma tenerezza e suscita, nei grandi sentimenti di bontà, di semplicità, di genuinità. Un bambino vive grazie agli altri, non può dar nulla, ma il suo sorriso è il dono più grande.
Di fronte ad un bambino rinascono i sentimenti più belli e veri e riscopriamo la nostra umanità.
Chi non si commuove di fronte ad un bambino?
Se Dio ha voluto far parte di questa umanità e nascere come ogni bambino è proprio per richiamarci il valore delle cose semplici che però toccano il cuore, ed è per ricordarci che anche i piccoli gesti di bontà, di generosità, di perdono, di solidarietà lasciano un segno e possono cambiare questa umanità malata di paura e dal cuore duro.
Ho visto in molte occasioni degli uomini con un passato tutt’altro che esemplare che, divenuti papà, di fronte alla loro piccola creatura, sono cambiati dentro. Ho incontrato dei papà che faticavano a uscire da percorsi di una vita sbagliata, ma, guardando il loro bambini, ce l’hanno messa tutta.
Se Gesù è nato facendosi bambino è per dirci che sono proprio le piccole cose che cambiano il cuore delle persone e possono cambiare il mondo.
Dio ci ha indicato la strada, ci ha detto che è possibile, senza fare chiasso, essere segni di speranza. Basta una piccola fiamma per sconfiggere il buio della notte. E’ Sognare? Può darsi, ma se il mondo va avanti è grazie a tanti che hanno il coraggio di coltivare questo sogno, prendendo esempio da Gesù e credendo nella presenza di Gesù, Dio con noi!
Se potete in questi giorni trovate del tempo per contemplare in silenzio questo grande mistero: Dio che si fa uomo. Fatevi aiutare dalla Parola di Dio, oppure dal presepe, o da un momento passato in chiesa davanti al tabernacolo (altro mistero).
Natale vuol dire anche prendersi cura di Dio e accudirlo con tutte le attenzioni che merita un bambino, con il desiderio di proteggerlo.
Vale la pena non lasciare passare questo natale come una delle tante feste dell’anno che il calendario ci ricorda.
Il natale non è una cometa. La cometa passa e scompare; è una stella. La stella resta per tutti un punto di riferimento fermo nel pellegrinaggio della vita.
Buon Natale!
Don Domenico