Pensieri

31 GENNAIO - S.GIOVANNI BOSCO

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gennaio '12

Caro amico, io ti voglio bene con tutto il mio cuore.

Mi basta sapere che sei giovani perchè ti voglia molto bene. Nel tuo cuore porti il tesoro dell'amicizia con il Signore.

Se lo conservi, sei ricchissimo.

Se lo perdi, diventi una delle persone più infelici e più povere del mondo.

Il Signore sia sempre con te, e ti aiuti a vivere come suo amico.

Se ti comporti così, ti assicuro che Dio sarà contento di te, e salverai la tua anima: la cosa più importante della tua vita.

Dio ti regali una vita lunga e felice.

L'amicizia del Signore sia sempre la tua grande ricchezza nella vita terrena e nell'eternità.

Sono il tuo amico!

Don Bosco

31 GENNAIO - S.GIOVANNI BOSCO.

gennaio '12

«Bisogna avere un cuore capace di pazientare; i grandi disegni si realizzano solo con molta pazienza e con molto tempo....L'effetto della pazienza è quello di possedere bene la propria anima; e quanto più la pazienza è perfetta, tanto più il possesso dell'anima diviene completo ed eccellente» (San Francesco di Sales)

Le persone più felici.

Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.

La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia! (Kahlil Gibran)

Natale doloroso... eppure festa!

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gennaio '12

Ho detto tre Messe, come i parroci italiani. Ai primi Vespri, secondo il rito di Antiochia, s’è celebrata la riconciliazione. Il Re della pace è con noi. Ci si prostra a Oriente chiedendo perdono e poi verso le sorelle e i fratelli presenti, elemosinandolo e donandolo con semplicità.

La notte s’esce a leggere il Vangelo dei pastori sotto le stelle. Al momento della «grande luce» s’accende un fuoco e si va in processione cantando con gli angeli … Grande la commozione a vedere che, nonostante i rischi degli spostamenti, c’è in chiesa un bel numero di giovani in rappresentanza di quei seimila che su Facebook hanno espresso solidarietà con il monastero del dialogo e della riconciliazione. Siamo diventati simbolo d’una Chiesa sbilanciata verso il futuro: i diritti, le libertà, la dignità di ciascuno.

Al mattino, con un compagno, scendo nel paese di An Nasriyah, a sud-est del monastero. Passiamo la ferrovia. Non ci sono più treni da settimane a causa dei sabotaggi. Arriviamo da Mariam. Da piccolissima, con la sua famiglia scesero in questa località musulmana; unica famiglia cristiana, per lavorare la terra in modo meccanizzato. Sono rimaste solo due mucche e le sue ginocchia affaticate. Noi utilizziamo la terra irrigua per il foraggio «bio» per le nostre caprette. E ci godiamo Mariam. È un’analfabeta saggia a cui tutti si rivolgono per consiglio.

La troviamo con alcune vicine musulmane venute a festeggiarla. Alla televisione una Messa araba bizantina dal Libano, tutta oro. Prendiamo te e frutta secca … sapore d’amicizia. Poi celebriamo accanto alla stufa. Il mio compagno dice che è stato il Natale più bello della sua vita!

Ritorniamo al monastero. Gli uomini armati del posto di blocco ci augurano buon Natale. Gesù è amato da tutti! Cinquanta persone aspettano per celebrare. Una strana congregazione davvero! Cristiani, musulmani e non credenti, vogliono pregare per i martiri di questi giorni tragici. Ciascuno accende un lumino per loro su un grande vassoio di rame al centro della chiesa. Ho l’impressione che i santi sui muri piangano con noi.

Mio Dio, quanto amo questo popolo! La crisi attuale mette in evidenza le magnifiche doti di tanti, specie i giovani.

Perché non vengono qui cinquantamila osservatori disarmati a salvarci? Perché non applicare i principi gandhiani alle azioni Onu di mediazione, interposizione e pacificazione? Forse è troppo tardi. Rapimenti, uccisioni, attentati suicidi, vere battaglie… e tanti funerali. V’assicuro, questa gente merita d’essere aiutata.

Paolo Dall'Oglio - Gesuita del monastero di Deir Mar Musa (Siria)

© FCSF – Popoli, 27 gennaio 2012

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