Pensieri

Sabato Santo

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aprile '12

Il giorno del grande silenzio.

Maria, donna del sabato santo 

Il senso del tuo soffrire, o Maria, è dunque la generazione di un popolo di credenti. Tu nel Sabato Santo ci stai davanti come madre amorosa che genera i suoi figli a partire dalla croce, intuendo che né il tuo sacrificio né quello del Figlio sono vani.

Se lui ci ha amato e ha dato se stesso per noi, se il Padre non lo ha risparmiato, ma lo ha consegnato per tutti noi, tu hai unito il tuo cuore materno all'infinita carità di Dio con la certezza della sua fecondità.

Ne è nato un popolo, "una moltitudine immensa... di ogni nazione, razza, popolo e lingua"; il discepolo prediletto che ti è stato affidato ai piedi della croce ("Donna, ecco il tuo figlio": Gv 19,26) è il simbolo di questa moltitudine.

La consolazione con la quale Dio ti ha sostenuto nel Sabato santo, nell'assenza di Gesù e nella dispersione dei suoi discepoli, è una forza interiore di cui non è necessario essere coscienti, ma la cui presenza ed efficacia si misura dai frutti, dalla fecondità spirituale. E noi, qui e ora, o Maria, siamo i figli della tua sofferenza. (C.M.Martini, La Madonna del Sabato Santo)

Venerdì Santo.

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aprile '12

“Sulla via della croce, sulla via dell’Amore”.

“Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.” (Gv 19,25-30)

L'amore è... voler amare.

L'amore consiste non nel sentire che si ama, ma nel voler amare; quando si vuol amare, si ama; quando si vuol amare sopra ogni cosa, si ama sopra ogni cosa. Se accade che si soccomba a una tentazione, è perché l'amore è troppo debole, non perché esso non c'è: bisogna piangere, come san Pietro, pentirsi, come san Pietro, umiliarsi, come lui, ma sempre come lui dire tre volte: «Io ti amo, io ti amo, tu sai che malgrado le mie debolezze e i miei peccati io ti amo».(Charles de Foucauld)

Giovedì Santo – “a cena con Pietro e Giuda”

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aprile '12

“Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.” (Gv 13,1)

Nostro fratello Pietro

Questa sera capisco Pietro e la sua riluttanza senza mezzi termini: "Tu non mi laverai mai i piedi!". Nella sua frase intravedo il rispetto e l'amore per te, Gesù: non voglio che ti inginocchi qui davanti a me, non posso tollerare che tu, il Maestro, ti comporti in questo modo. Nelle parole di Pietro io riconosco la mia vergogna nell'apparire come sono, nella mia nudità, con le mie ferite, nella mia sporcizia, con i miei sbagli, nella mia piccineria, con le mie ambiguità. Non mi piace, Gesù, che tu mi veda così come sono veramente... Ma tu mi ripeti le stesse parole che hai detto a Pietro, tu mi inviti ad abbandonarmi, a lasciarmi andare, a lasciarmi accogliere da te così come sono: non c'è nessun bisogno di fingere... Non è facile lavare i piedi a qualcuno, ma è ancor più difficile lasciarseli lavare. Non è sempre facile amare, ma è ancor più difficile lasciarsi amare. Questa sera intendo quello che tu vuoi da me: non cerchi il discepolo perfetto, ma solo un essere che si lasci amare da te, che si lasci purificare dalla tua bontà, guarire e salvare dalla tua misericordia.

Nostro fratello Giuda

Gesù chiama "amico" Giuda: questa parola dice l'infinita tenerezza della carità del Signore. Noi possiamo tradire l'amicizia di Cristo, Cristo non tradisce mai noi, suoi amici! Anche quando non lo meritiamo, anche quando ci rivoltiamo contro di Lui, anche quando lo neghiamo. Davanti ai suoi occhi, davanti al suo cuore noi siamo sempre gli amici del Signore. Lasciate che io domandi a Gesù, a Gesù che è in agonia, a Gesù che ci accetta come siamo, lasciate che io gli domandi, come grazia pasquale, di chiamarmi amico. Perché la Pasqua è questa parola, detta a un povero Giuda come me, detta a dei poveri Giuda come voi. Questa è la gioia: che Cristo ci ama, che Cristo ci perdona, che Cristo non vuole che noi disperiamo. Per Lui, noi saremo sempre gli amici. (Primo Mazzolari)

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