Elenco estratti lotteria 2013
dicembre '13
Lotteria di Natale 2013
Sabato 21 dicembre ha avuto luogo l'estrazione dei biglietti della lotteria.
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Nello scorso agosto alcuni giovani del Duomo hanno vissuto un’esperienza missionaria a Cuba. In occasione della Giornata Missionaria Mondiale, proponiamo qualche loro appunto di viaggio.
Alzarsi, mettersi il costume, prendere il pullman e andare in spiaggia; fare un bagno, mangiare, prendere il sole, cambiarsi e tornare a casa; fare una cena con amici e uscire per i locali dell’Havana. È un po’ cosi che uno si immagina una bella vacanza al mare, e a Cuba oltretutto!
E poi invece ci si trova a partire con valigie molto pesanti e piene di cose improbabili: pochi vestiti (tanto si morirà di caldo), medicine, litri e litri di sapone liquido, pasta e vino italiano, immaginette sacre, ceri da chiesa e peluche. Il tutto perché sarà un’esperienza un po’ particolare, con un nome preciso. Sarà una missione.
Ci siamo preparati alla missione spiritualmente con alcuni incontri e praticamente raccogliendo medicine e oggetti utili. Ma il vero significato della missione, e precisamente della missione a Cuba, non lo capisci finché non ti ritrovi tu stesso, anima e corpo, in quest’isola tanto sognata, nelle strade fangose della Havana Vieja. Lo capisci solo quando l’odore acre della città impregna le tue narici e i rumori più strani, che sia il clacson della Uaua, o i campanelli dei bicitaxi o le urla in spagnolo, diventano quello che le tue orecchie sentono. Così come capisci un po’ di più la reale situazione economica cubana, quando ti vengono in mano sia i cuc sia i pesos nazionali (due monete diverse, una per i cubani e una per i turisti); quando ti parlano della tarjeta (tessera dei prodotti convenzionati dal Governo) e quando capisci che un operatore turistico guadagna più di un medico.
Come in tutte le esperienze importanti, il pezzo forte arriva quando conosci gli altri compagni di avventura, che non saranno solamente gli italiani della Lega Missionaria partiti da Roma e da Milano, ma soprattutto i Niños dell’Edad de Oro. Con questi nostri amici siamo andati al mare quasi tutti i giorni delle tre settimane trascorse a Cuba. I Niños sono ragazzi, adulti e anziani disabili con problemi fisici o mentali più o meno gravi che vivono all’Edad de Oro, un centro psico-terapeutico statale che ospita centottanta utenti. Quasi tutti sono sulla sedia a rotelle e si fanno capire come possono. Andare al mare coi Niños voleva dire prendersi cura di uno di loro: caricalo sul pullman, carica la sua sedia, interagisci con lui per tutto il viaggio, scaricalo, siediti con lui sullo sdraio, mettigli il costume, entra in acqua, tienilo a galla, imboccalo, cambialo nuovamente, ricaricalo e accompagnalo nella sua stanza…
L’incontro con queste persone è stato per me qualcosa di destabilizzante, bello ma allo stesso tempo impegnativo; mi ha fatto ragionare sul senso della vita, su come ognuno vive le proprie giornate con le sue fatiche e le sue gioie, di come ognuno di loro vive la sua giornata fatta di fatiche e di genuinità. Sono pensieri e sentimenti molto grandi, difficili da trasmettere. Ma è possibile per me raccontare qualcosa, ricordare qualche immagine che mi è rimasta impressa nella mente e nel cuore, per la sua profondità. Queste immagini le posso riassumere innanzitutto in una scritta, posta sopra la porta di una stanza di Edad de Oro: “Solo Dios puede”. Questa scritta mi ha aiutato a comprendere la vita e il sentire di queste persone. Dio può dargli la forza di svegliarsi tutte le mattine e di vivere la loro giornata monotona su una sedia; Dio dà la forza alla suore che vivono con loro di assisterli tutti i giorni e di chiamarli per nome con una voce piena d’amore che conosce tutte i loro bisogni e i loro carismi; Dio dà la forza a Pedrito, ragazzo spastico che praticamente non parla, di lanciarsi giù dalla carrozzella per inginocchiarsi e dire una preghiera ad alta voce; a Milagrito di comunicare solo con un piede e con il suo volto che sorride; a Chuchu, signora di 47 anni con l’aspetto di bambina, di sorridere alla vista della mamma che le dona un semplice sacchetto di plastica; a Sandro di passare ore e ore a lavorare la plastilina per creare bellissimi quadri.
Solo Dio può: noi abbiamo donato quello che potevamo, tempo, sorrisi, mani, muscoli, parole; loro hanno messo il resto, urla, abbracci, lacrime, semplicità, genuinità. Ora solo il Signore può mantenere vivo l’incontro e l’affetto reciproco; permetterà a noi e a loro di ricordare tutto ciò come una bellissima esperienza, che non saràl’unica per noi, e non voglio rimanga per loro solo un rimpianto e il ricordo di giorni felici.
Aspettando l’aereo per tornare a casa, nell’euforia e nella stanchezza di fine campo, mi sono fermata un attimo per leggere il libro di José Martì, leader del movimento per l’indipendenza cubana, che si intitola proprio “La Edad de Oro” e che conclude così la dedica di apertura: “Quello che vogliamo è che i Niños siano felici e che se un niño ci incontra per il mondo, allarghi le braccia come a un vecchio amico e ci dica in modo che tutto il mondo lo senta: quest’uomo dell’Edad de Oro fu mio amico”.
Chiara
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