Tutta la comunità

A Torino per la novena della Consolata

giugno '13

Siamo invitati a partecipare alla Messa nella novena,
martedì 18 giugno alle ore 21.00,
al Santuario della Consolata.
 
La parrocchia organizza un pullman,
con partenza da Piazza Europa alle ore 19,30.
Iscrizioni in ufficio parrocchiale.
Costo € 6,50.

Firma per Uno di noi

maggio '13

 

“Uno di noi” è un’iniziativa di cittadini europei, promossa in Italia dal Movimento per la vita e sostenuta dalla Conferenza Episcopale Italiana.

L’obiettivo è raccogliere un milione di firme in almeno sette Paesi membri dell’Unione Europea, per chiedere alla Commissione Europea di disporre la cessazione di ogni finanziamento ad attività che promuovono l’aborto ed effettuano ricerche distruttive di embrioni umani.

L’iniziativa ha un maggiore potenziale politico rispetto a qualsiasi altra iniziativa finora intrapresa su scala europea per tutelare la dignità della persona e della vita dal suo concepimento. Se si raggiungerà la soglia del milione di firme, si potrà stabilire uno standard etico in tutta Europa per quanto riguarda il rispetto della dignità di ogni membro della famiglia umana. Il risultato auspicato è impedire che il bilancio dell’Unione Europea finanzi le ricerche che distruggono embrioni.

La cultura e il diritto europei proclamano i diritti dell’uomo, ma poi distolgono lo sguardo dal più piccolo e povero tra gli uomini, che è appunto il figlio non ancora nato. Questa iniziativa punta a spingere i popoli e le istituzioni europee a riflettere sulla dignità di ogni persona sin dal momento del concepimento.

 

Ogni cittadino maggiorenne può aderire all’iniziativa:

-          in via telematica, sul sito internet www.oneofus.eu;

-          apponendo la propria firma nel modulo disponibile in ufficio parrocchiale;

-          presso la sede del Centro di aiuto alla vita (CAV), in via Giovanni XXIII n. 8, il lunedì – mercoledì – venerdì dalle ore 9.00 alle ore 11.00;

-          sabato 11 e domenica 12 maggio nei banchetti in piazza Umberto, piazza Cavour e davanti al supermercato Famila, in via Buschetti.

È necessario portare con sé la carta di identità.

Centro d’ascolto: a che punto siamo?

aprile '13

 

Dal 16 febbraio scorso il Centro d’ascolto dell’Unità Pastorale 59 ha aperto i battenti in via Nel n. 9, nei pressi della Parrocchia di San Giorgio, animato da 20 volontari, 11 dei quali impegnati direttamente nell’incontro con i poveri della città. Finora 26 persone (70 se si considerano i nuclei familiari) si sono rivolte al Centro, 16 italiani e 10 stranieri, quasi tutti senza lavoro. Sia in termini di volontari che di persone ascoltate, la Parrocchia del Duomo è quella più rappresentata.

Ogni persona che arriva al Centro viene ascoltata da due volontari, uno dei quali prende nota dei dati utili alla conoscenza e alla presa in carico. Questa scheda di ingresso è stata elaborata dalla Caritas diocesana e potrà diventare anche strumento di collaborazione con gli altri gruppi di volontariato quando se ne diffonderà l’uso e sarà possibile condividerne in rete i contenuti.

Il Centro d’ascolto, in via sperimentale e almeno fino all’estate, non si è costituito come associazione e si presenta come attività “senza portafoglio”, nel senso che non eroga direttamente contributi economici, ma segnala ai tre gruppi di volontariato vincenziano di Chieri le persone che necessitano di aiuto immediato. In questo senso ci si è impegnati anche a sostenere le casse dei tre gruppi, che attualmente versano in condizioni economiche critiche, dato che negli ultimi mesi è sensibilmente aumentato il numero di persone che chiedono sostegno.

Il locale del Centro è stato arredato in modo accogliente e gradevole grazie al contributo dei volontari. Non è stato necessario comprare nulla, né arredi, né attrezzature come fotocopiatrice e computer, ma si è fatto ricorso alle somme erogate dalle parrocchie per sostenere le spese vive.

L’identità e il tipo di servizio offerto dal Centro è oggetto di continuo confronto. In questi due mesi sono giunti apprezzamenti da parte di chi si è sentito ascoltato “bene” e da chi ha percepito che i volontari avevano a cuore i loro problemi e si prodigavano per cercare soluzioni o sollievi temporanei, ed è stato fatto qualche passo avanti nella ricerca di soluzioni abitative o lavorative. Riteniamo che soltanto a partire da una migliore conoscenza dei problemi e delle possibilità del nostro territorio possano nascere nuove idee e soprattutto nuovi progetti e nuove modalità di fraternità. Abbiamo capito che il problema dominante è la carenza di lavoro, sia per gli uomini che per le donne, e che soltanto riuscendo a creare una vera rete di aiuti potremo risollevare qualcuno dalla prostrazione in cui versa.

La crisi che stiamo attraversando è così forte che le necessità di alcuni devono diventare sensibilità di molti, perché da soli si sprofonda sempre più e nel contempo nessun gruppo di volontariato può pensare di essere incisivo lavorando in modo isolato. In questo senso la nostra città offre una fitta rete di associazioni alle quali sono stati accompagnati alcuni di coloro che hanno chiesto aiuto, perché ciascun gruppo ha le sue “specialità”.

Oltre ad ascoltare, ci stiamo impegnando per creare una mappa delle attività produttive locali, dove inserire lavoratori che, con la nostra mediazione, possano usufruire di borse-lavoro. Si tratta di assumere a costo zero una persona per 4-6 mesi, con l’intento di mantenerle anche in seguito il posto di lavoro. Ci piacerebbe diventare noi stessi, come gruppo, erogatori di borse-lavoro e a tal fine sarebbe necessario fare delle campagne di finanziamento ad hoc.

Inoltre si sta costruendo poco per volta il cosiddetto paniere delle professioni: ci sono già persone che hanno offerto consulenze (mediche, psicologiche, legali...) o servizi per persone da noi segnalate.

Infine stiamo progettando per le comunità parrocchiali e i loro gruppi percorsi di sensibilizzazione e di educazione sui temi della povertà, della sobrietà e della fratellanza, perché crediamo che uno dei modi più interessanti ed efficaci di affrontare la crisi sia il “mettersi in gioco” con qualcosa di più della consueta elemosina e perché siamo convinti che solo nella reciprocità e nella relazione possiamo diventare più umani e anche più cristiani. Sin dall’inizio abbiamo pensato che dietro di noi ci sia una comunità civile e credente e che possiamo camminare insieme, seppur con livelli di coinvolgimento diversi.

In mezzo ai tanti che frequentano la Messa domenicale e le nostre parrocchie può esserci qualcuno in grado di offrire qualcosa. Ecco le domande di lavoro che ci sono giunte in queste prime settimane: ci sono un panettiere, un cameriere, un muratore, tre colf o badanti, un operaio, due geometri, una barista, un infermiere, due magazzinieri alla ricerca di un lavoro onesto come soluzione dei problemi delle loro famiglie. Se qualcuno pensa di averne bisogno, può contattarci al n. 3664295600.

Chi invece volesse dare un contributo per problemi economici immediati come il pagamento di una mensilità di affitto o di una bolletta, può contattarci allo stesso numero oppure effettuare un versamento con causale Centro d’ascolto presso la Banca d’Alba, IBAN IT36O 08530 30360 000290103233.

 

Simonetta

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