Pensieri
Avvento
dicembre '12
L'Avvento pone in questione la disponibilità ad aprirsi a un Altro, che il linguaggio delle profezie annuncia come il dono promesso da Dio all'uomo. E' punto cruciale, questo, oggi: ciò che rende spesso impossibile la fede è l'autosufficienza, l'incapacità a guardare oltre se stessi, l'indisponibilità a ridiscutere l'affermazione che siamo noi stessi al centro della vita e della storia. Chi proclama il venire di un Altro nella storia degli uomini, interpella a questo livello di profondità l'interlocutore d'oggi immerso in un clima culturale e di costume che fa riferimento ai problemi sopra evocati. L'anno liturgico si snoda, a partire dall'Avvento, in continua dialettica con il problema della fede: conduce a interrogarsi sulla possibilità e sul senso del vivere in maniera autenticamente religiosa. Porta cioè alle questioni decisive che originano poi la possibilità di una vita cristiana. (Cardinale Carlo Maria Martini)
Eccomi davanti a Te.
dicembre '12
Eccomi davanti a te, Signore!
Attendo le tue mani sul mio capo
prima di tuffarmi nel giorno.
Tieni i tuoi occhi su di me!
Venga con me la certezza
della tua preziosa amicizia.
La tua musica calmi i miei pensieri
nel rombo frettoloso della strada.
Il sole del tuo amore,
anche nei giorni di bufera,
renda generosa la mia mente
e alimenti di luce la mia vita
perché maturi come frumento.
(Rabindranath Tagore)
L'attesa.
dicembre '12
L’attendere è una dimensione che attraversa tutta la nostra esistenza personale, familiare e sociale. L’attesa è presente in mille situazioni, da quelle più piccole e banali fino alle più importanti, che ci coinvolgono totalmente e nel profondo. Pensiamo, tra queste, all’attesa di un figlio da parte di due sposi; a quella di un parente o di un amico che viene a visitarci da lontano; pensiamo, per un giovane, all’attesa dell’esito di un esame decisivo, o di un colloquio di lavoro; nelle relazioni affettive, all’attesa dell’incontro con la persona amata, della risposta ad una lettera, o dell’accoglimento di un perdono…
Si potrebbe dire che l’uomo è vivo finché attende, finché nel suo cuore è viva la speranza. E dalle sue attese l’uomo si riconosce: la nostra “statura” morale e spirituale si può misurare da ciò che attendiamo, da ciò in cui speriamo.
Ognuno di noi, dunque, specialmente in questo Tempo che ci prepara al Natale, può domandarsi: io, che cosa attendo? A che cosa, in questo momento della mia vita, è proteso il mio cuore?
(Papa Benedetto XVI)